Ogni anno a maggio ci aspetta un tour de force, delizioso ma impegnativo, che è il viaggio di studio organizzato dalla Scuola Arte e Messaggio per i suoi allievi e da VerdDisegni per i suoi associati.

La meta quest’anno era la Campania con i suoi gioielli paesaggistici a picco sul mare. Facendo base a Napoli abbiamo iniziato il percorso giardinistico da un gioiello medievale trasformato nel ‘700.

QUESTA E’ SOLO UNA PARTE,DI DUE GIORNI SU QUATTRO. IL FINALE ALLA PROSSIMA!

Salerno: il Giardino della Minerva

Orto botanico della scuola medica salernitana. Una lunga scalea, sottolineata da pilastri a pianta cruciforme con decorazioni in stucco che sorreggono una pergola collega diversi livelli del giardino che si trova esattamente a metà strada tra la Villa Comunale e il Castello Medievale,attraversando una serie di vicoli serpeggianti nella Salerno medievale con scritte sui muri tratte da Italo Calvino e Alfonso Gatto. La fine della scalea porta a un terrazzo belvedere, sempre coperto da un pergolato che permette un’ampia e straordinaria visione del mare con il porto, il centro storico e le colline. A ridosso del torrente Fusandola e delle antiche mura questo orto ha un sistema di distrubuzione dell’acqua con vasche e fontane, una per ogni terrazzamento, con decorazioni realizzate usando concrezioni calcaree. Il sito, dotato di un particolare microclima, ha favorito la coltivazione di specie vegetali esigenti in fatto di umidità e calore. Nell’area oggi identificabile con il Giardino della Minerva le fonti storiche ci documentano un giardino dei semplici istituito nel primo ventennio del primo ‘300 dal medico e botanico salernitano Matteo Silvatico, per servire i maestri della Scuola Medica. Qui venivano coltivate le piante da cui si ricavavano i principi attivi a scopo terapeutico e veniva svolta una vera e propria attività didattica per mostrare agli allievi della scuola medica le piante con il loro nome e le loro caratteristiche: da qui il vanto di essere il primo orto botanico legato alla prima scuola di medicina della storia. Per il conforto dei turisti provati da questo saliscendi continuo esiste un bar tisaneria dove vengono preparati degli infusi speciali adatti a tutti i bisogni, serviti sulla meravigliosa terrazza dalla vista spettacolare. Inutile dire che ci siamo buttati su compere di tisane miracolistiche, tutti con la speranza, soprattutto io e Carla di un bagno di gioventù e soprattutto di energia per affrontare i giardini che ci aspettano.

Le Ville di Ravello

Con l’autobus ci siamo spostati da Salerno a Ravello, uno dei posti più suggestivi della costiera amalfitana. Lì ci aspettavano due ville famose per i loro giardini. La prima Villa Rufolo è un unicum dal punto di vista architettonico e decorativo che da secoli attira, suscitando stupore molti viaggiatori perchè la sua struttura testimionia fitti scambi commerciali e culturali avvenuti nel tempo,caratteristiche che gli hanno valso la nomina di piccola Alhambra. Conosciuto anche come il Giardino dell’Anima si sviluppa su due livelli: una prima parte è composta dalle antiche mura appena nascoste da cipressi e dai tigli che conducono discretamente al chiosco moresco. Ammirate le vestigia moresche, scendendo una piccola scala, ci troviamo al piano del giardino all’italiana, perfettamente conservato, dagli squillanti colori che brillano tra l’azzurro del cielo e del mare in una visione gioiosa che ricorda gli emozionanti versi del Boccaccio che lo ha citato nel suo Decameron. Il luogo ispirò anche Wagner che qui credette di aver trovaro il magico giardino di Klingsor. In sua memora d’estate si tengono concerti wagneriani. Dalle linee geometriche del giardino all’italiana di Villa Rufolo attraverso piccoli vicoli e tante salite, arriviamo a Villa Cimbrone i cui giardini sono stati ridisegnati all’inizio del XX secolo con il prezioso contributo della giardiniera inglese Vita Sackville-West, forse più famosa per essere stata intima amica della Virginia Woolf che a lei ha dedicato un romanzo intitolato “Orlando”.

Questi giardini sono considerati i più importanti esempi di paesaggi inglesi e di cultura botanica nel Sud Europa. Al suo interno ci accoglie l’ombroso Viale dell’Immenso realizzato nei primi decenni del XVII secolo ed è coperto per la sua parte iniziale da un fitto pergolato di Wisteria Sinensis di grande impatto visivo. Tra la lussereggiante vegetazione di tipo paesistico si arriva a un balcone naturale: il Terrazzo dell’Infinito adorno di busti marmorei settecenteschi. Da questo punto lo sguardo corre fino a punta Licosa su un mare scintillante della costa di Amalfi. L’impareggiabile paesaggio di vigorose piante di Limone punteggiate da casette abbarbicate.

Alla scoperta di Ischia, l’isola verde.

Quarantacinque minuti di catamarano ci portano dal porto di Napoli a Ischia e da li un piccolo bus sale fino ai giardini della Mortella (posto dei mirti). Un giardino esotico creato da una coppia straordinaria, Susanna e William Wolton. Lui uno dei principali musicisti inglesi del XX secolo, lei una raffinata collezionista botanica. Il giardino è stato iniziato nel 1956 su progetto del famoso architetto paesaggista Russel Page e si è sviluppato per più di cinquant’anni. La Mortella è divisa in una Valle o giardino inferiore, fresco ed ombroso, e in una collina o giardino superiore assolato e mediterraneo da cui si godono splendite vedute sulla baia di Forio. L’inresso è punteggiato da pitosfori e rose bianche che introducono a un paesaggio esotico e sub-tropicale con piante da tutto il mondo. Percorsi d’acqua, numerose fontane , serre, sala da concerti, tea house sono nascosti nelle balze del terreno che portano ad ogni passo ad una sorpresa. Un angolo in collina ospita la sala Thai un padiglione di meditazione tailandese circondato da fiori di loto. Esiste anche un museo che raccoglie oggetti e documenti sull’attività di William Wolton, una collezione di fotografie di Cecil Beaton e un teatrino delle marionette opera del disegnatore Lele Luzzatti con i personaggi delle opere di Wolton. Nella serra tropicale Victoria House è coltivata la ninfea gigante Victoria amazonica: una statua con un’enorme bocca fa da fontana in questo magico sipario dove crescono due splendidi rampicanti: lo Stongylodon macrobotys e la Thumbergia misoriensis. Dal livello più basso del giardino si passa in collina dove i due proprietari vollero fossero posate le urne con le loro ceneri per consacrare il luogo alla memoria del loro grande amore per questo giardino fantastico e per questa fantastica isola.

Un parco termale unico al mondo “Negombo”

Negombo è il nome di una baia di Ceylon ammirata dal duca Luigi Silvestro Camerini, umanista e grande viaggiatore alla ricerca di un luogo dove fondare un parco in cui esprimere la sua grande passione per la botanica.

Il parco è immerso in un area di nove ettari lungo la baia San Montano. Il Negombo è un microcosmo pensato e costruito come un luogo delle delizie e del benessere che racchiude dentro di se il piacere e benefici che danno le sorgenti termali abbinate al mare e al giardino che le avvolge. Il noto paesaggista Ermanno Casasco ha creato in questo parco dei percorsi sorprendenti in cui le piscine termali si inseriscono con varie forme e funzioni all’interno del parco. Non mancano anche le sculture moderne in armonia con la macchia mediterranea. S’incontrano oggetti di arte contemporanea in modo straorinario e inaspettato. Il gande arco di Arnaldo Pomodoro e la saetta colorata di Lucio Del Pezzo e alte opere di contemporanei.

Le foto sono di Carla e del socio VerDisegni Rino Anelli.

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