Scendiamo di quota questa volta e andiamo a visitare una città che, bada bene, mantiene comunque un legame molto stretto con la montagna.

Siamo a Trento la città che, situata nella valle del fiume Adige, è circondata dalle montagne e saluta a nord-ovest la Paganella, a nord-est il monte Calisio, a est la Marzola, a sud-est la Vigolana e a ovest il Monte Bondone, chiamato anche l'”Alpe di Trento”.

Coloro che mi seguono da qualche tempo sanno che sono sempre entusiasta di raccontare delle bellezze del Trentino-Alto Adige ma, questa volta, trovo un motivo in più per farlo con particolare slancio.

L’occasione è ghiotta, infatti, perché non si tratta di esprimere “solo” ammirazione per le sue ricchezze naturali e culturali, per i suoi monumenti storici, le sue architetture religiose e civili ma di far onore al Trentino-Alto Adige per le politiche da questi adottate a favore dell’equilibrio tra vita lavorativa e famiglia.

E’ di pochi giorni fa, infatti, la notizia che il II Rapporto dell’organizzazione umanitaria mondiale Save the Children intitolato “Le equilibriste: la maternità tra ostacoli e visioni di futuro” ha assegnato alla ragione a statuto speciale il primo posto nella classifica delle migliori regioni italiane dove essere mamma riconoscendo la qualità dei servizi, strutture e agevolazioni che il Trentino-Alto Adige rivolge alle sue cittadine “speciali”.

Quindi…. chapeau! (rigorosamente alpino)

Ma tornando a Trento, la bellissima città che non ti aspetti, dal tipico fascino alpino che ti conquista a prima vista, direi che potete fare la sua conoscenza in due modi.

Il primo, più tradizionale, entrando direttamente nel suo cuore e addentrandosi nelle vie del suggestivo centro storico che testimonia l’antico splendore del periodo dei Principi-Vescovi della città (per il secondo, vi rimando alla fine dell’articolo).

Parcheggiata l’auto presso il comodo parcheggio della stazione ferroviaria e attraversato a piedi il parco antistante (Piazza Dante) – dove è possibile ammirare il Monumento a Dante Alighieri, dell’artista fiorentino Cesare Zocchi, realizzato alla fine del XIX secolo quale chiaro esempio di monumento all’italianità – si raggiunge l’Ufficio Informazioni che è sempre bene visitare prima di iniziare qualsiasi itinerario turistico.

Per arrivare dritti al cuore della città e raggiungere subito Piazza Duomo si passeggia in Via Rodolfo Belenzani alla cui estremità potete ammirare la Chiesa di San Francesco Saverio in stile barocco e, lungo la via, i palazzi rinascimentali restaurati con i loro originali colori pastello (tra cui Palazzo Geremia e Palazzo Thun – oggi sede del Municipio – che ospita tra l’altro la statua originale del Nettuno che componeva la fontana in Piazza Duomo prima dei restauri).

In asse con la porta del Vescovo, Via Belenzani ci conduce in Piazza Duomo dove lo sguardo è catturato dalla Cattedrale di San Vigilio in stile romanico-gotico che, imponente ed elegante, domina sulla piazza; al centro la Fontana del Nettuno alta 12 metri, simbolo che rappresenta l’abbondanza d’acqua della città, e affacciati sulla piazza il Palazzo Pretorio (la residenza dei vescovi tridentini tra il IX e X secolo) che oggi ospita il Museo Diocesano e la Torre Civica utilizzata in passato come prigione cittadina.

 

L’effetto scenografico della piazza é sorprende ed è esaltato dalla colorazione degli edifici che si affacciano sulla Piazza dall’angolo con Via Belenzani facendo da sfondo alla Fontana del Nettuno. Conosciute anche come le “Case ai Portici”, Casa Balduini, il primo esempio a Trento di casa con le facciate dipinte e Casa Cazuffi Rella, decorata con figure allegoriche della mitologia greco-romana, risalgono al Quattrocento e contribuiscono all’eccezionalità delle piazza facendone l’angolo più fotografato.

 

Dopo essersi goduti l’unicità della piazza, magari contemplando le sue bellezze davanti a un caffè servito in uno dei bar sotto i portici che la delimitano, proseguiamo in direzione Castello del Buonconsiglio raggiungibile in pochi minuti a piedi attraverso le curatissime vie e viuzze del centro storico dove, per la gioia degli appassionati della montagna come me, si possono incontrare anche numerosi negozi specializzati in abbigliamento e attrezzature di montagna.

Percorrendo le vie dello shopping (quelle che formano un quadrato attorno a piazza Cesare Battisti) per il tradizionale “giro al sas”espressione ancora usata dai trentini per descrivere il giro in centro città del sabato pomeriggio – eccoci subito pronti per una “sbirciatina” ai negozi di montagna: Patagonia situato in Via S. Vigilio, proprio alle spalle della Cattedrale, e al Montura Store poco più avanti in Via Oss Mazzurana.

Proseguendo per Via Manci, ricca di palazzi rinascimentali, tra cui il palazzo Galasso, detto anche il palazzo del diavolo, di cui scrisse Goethe, ricordando la leggenda secondo cui sarebbe stato costruito in una sola notte dal diavolo in persona, raggiungiamo il Castello del Buonconsiglio simbolo del potere secolare dei Principi Vescovi che lo scelsero come residenza e ora importante museo provinciale.

 

Dall’esterno notiamo la parte più antica, il Castelvecchio, la parte aggiunta nel cinquecento, il Magno Palazzo e la Giunta Albertina in stile barocco. Al termine si erge la Torre dell’Aquila con il suo ciclo dei Mesi, dipinto della fine del Trecento a cura di un anonimo pittore che ritrae scene di lavori contadini e aristocratici svaghi rappresentati nell’avvicendarsi delle stagioni, dei mutamenti della natura e delle opere dell’uomo (la Torre può essere visitata pagando un supplemento sul prezzo del biglietto d’ingresso ma fate attenzione, l’entrata è a orari fissi pertanto è consigliabile verificarne la disponibilità anticipatamente).

La visita del Castello comprende molti ambienti come ad esempio il cortile, aperto da tre ordini di loggiati, la loggia gotico-veneziana affacciata alla città, la sala dei vescovi e la loggia del Romanino con gli splendidi affreschi che ritraggono episodi biblici e mitologici e prosegue con le prigioni dove fu incarcerato Cesare Battisti e la fossa dei Martiri dove venne giustiziato per impiccagione.

Usciti dal castello suggerisco una sosta al ristorante “La Cantinota” in Via San Marco (www.cantinota.editarea.com) dove è possibile gustare piatti tipici trentini e menu con materie prime di stagione (quello a base di asparagi l’ho trovato delizioso) oppure, sempre a pochi passi, al “Il Cappello” in Piazzetta Lunelli, dove piatti stagionali a base di prodotti del territorio e vini trentini vengono serviti in una struttura su tre livelli sotto soffitti di legno o di pietra e, in estate, anche all’aperto nel giardino che viene allestito appositamente nella piazza pedonale antistante (www.osteriailcappello.it).

Per il pernottamento a Trento le possibilità sono molte. La mia scelta è ricaduta sull’Hotel Villa Madruzzo (www.villamadruzzo.com), un elegante hotel fuori città, raggiungibile in 10 minuti di macchina dal centro e situato in una residenza nobiliare del XV secolo con dépendance moderna. Immerso nel verde delle colline, questa soluzione rappresenta una valida alternativa al caldo estivo della città e una piacevole sosta di relax garantita dal centro benessere della struttura dotato di piscina interna con vista sulla collina e sui vigneti della campagna trentina, zona prendisole, sauna, bagno turco, massaggi e trattamenti estetici (non ho provato il ristorante dell’Hotel, aperto non solo agli ospiti dell’albergo, ma la prossima volta non mancherò perché il menu era proprio invitante).

Per coloro che hanno modo di allungare il loro soggiorno, Trento offre molte altre attrazioni turistiche tra cui il Muse (www.muse.it), famoso Museo delle Scienze (davvero vastissimo), situato in un edificio del quartiere residenziale Le Albere e progettato dall’architetto Renzo Piano che ha voluto ricordare nel profilo della sua struttura l’andamento frastagliato delle Dolomiti.

Concludendo … permettete un piccolo suggerimento da parte di chi non manca mai l’occasione di prendere un impianto di risalita :).

Per fare la conoscenza della città da un esclusivo punto panoramico, acquistate un biglietto ordinario e prendete la Funivia di Sardagna (a 200 metri da Piazza Dante verso il fiume Adige). Risalendo i fianchi del monte Bondone, in pochi minuti di salita raggiungete i 600 metri di altezza dell’antico borgo di Sardagna dal cui belvedere potrete godere di una vista su Trento stupefacente. Per questa esperienza consiglio l’ora del tramonto e una giornata limpida.

2 Responses to Pronti per un “giro al Sas”?
  1. Complimenti, una bella descrizione di una piccola grande città che mi ha accolto sei anni fa e che apprezzo moltissimo.
    Grazie!
    M.Manuela Tasso
    P.S. Quando venivo a Trento per lavoro, (più di 10 anni fa) soggiornavo con mio marito a villa Madruzzo, e il ristorante era…speciale!

    • Grazie Manuela! Trento è veramente speciale. L’ho scoperta recentemente ma pianificherò di tornarci… anche per gustare le specialità del ristorante di Villa Madruzzo ! Un caro saluto, ciao Elena


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