Con l’arrivo del Natale ho pensato di scrivere un vero e proprio “ARTICOLO PANETTONE”, un racconto di una bella vacanza a Miami, mentre qui  piove e fa freddo, trascorsa tra architettura Art Deco’, grattacieli e murales, dove i protagonisti non sono Boldi o De Sica ma 10 amici in bicicletta.

Da molti anni quando visito una citta’ noleggio una bici e la percorro in lungo e largo sulle due ruote.

Quest’ anno con il mio gruppo di amici rider abbiamo deciso di andare oltre oceano. Tutto doveva essere perfetto dato che ero stata io a promuovere la meta e cosi’ per due mesi mi sono studiata la storia e l’architettura di questa bella e particolare citta’.

Ho comprato, grazie alla consulenza del mio amico “tecnologico” Fabio, 10 radioline che ci permettessero di comunicare con microfono e cuffiette mentre pedalavamo.

Per il soggiorno sembrera’ scontato ma consiglio di scegliere South Beach  che, oltre a camminare tra la meravigliosa architettura, ti permette di godere della spiaggia e della movida notturna. Qui vi segnalo l’hotel Villa Italia, 354 Washington AV, che oltre al fatto di essere di proprieta’ di un italiano, evviva il patriottismo, e’ un confortevole edificio in perfetto stile Art Deco’ www.villaitaliamiami.com

Li’ vicino troverete il noleggio bici Bicycle Center, al costo ragionevole di circa 90$  per una settimana avrete bicicletta comoda e in discrete condizioni completa di blocco,  cesto e caschetto. www.bikemiamibeach.com

Se vi chiedete se esistono piste ciclabili vi confermo che girare in bici a Miami e’ molto sicuro.

Il tour prevedeva un giorno si e uno no in bicicletta. Per giorni no-bike avevo previsto spiaggia, shopping al mall, tour in boat e l’immancabile movida sulla Ocean Drive. Per il giorno si-bike architettura e storia della citta’, scoprendo che Miami non e’ solo spiaggia, sole e grattacieli ma e’ una matriosca di tante citta’ una dentro l’ altra e tutte diverse tra loro.

Pedalando il primo giorno per South Beach, ho raccontato come poco piu’ di 100 anni fa questa zona era  una palude di mangrovie raggiungibile solo via mare e grazie alla costruzione del primo ponte in legno piu’ lungo d’America, il Venetian Way ora strada a 2 corsie, venne collegata alla piu’ vecchia citta’ di Miami. South Beach venne bonificata e destinata a citta’ di villeggiatura, chiamata anche la “riviera americana”. La Baia, Biscayne Bay, che separa Miami da South Beach venne drenata e la sabbia usata per realizzare la grande spiaggia.

Il primo albergo costruito completamente in legno, Brown’s hotel al 112 di Ocean Drive, oggi prestigioso ristorante con cucina americana di cui e’ d’obbligo la prenotazione, sopravvissuto all’uragano del 1926 e’ il capostipite di numerosissimi alberghi. All’interno sono esposte  vecchie foto di Miami in bianco e nero. Entrate anche solo per curiosare, sono molto ospitali anche con chi non si ferma a mangiare.

South Beach e’ costituita da 20 km di spiaggia artificiale con le sue famose torrette di avvistamento in Art Deco,’ da Lummus Park ovvero un parco attrezzato con palestre all’aperto, pista ciclabile, aree di sosta e’ polmone verde tra la spiaggia e la citta’ frequentato da sportivi e non e da strade a scacchiera decorate da un susseguirsi di alberghi costruiti a partire dagli anni 30 in Art Deco’ che  con i loro aneddoti legati al mondo del cinema, rendono questa citta’ un museo a cielo aperto. Un museo che venne salvato dalla trasformazione urbanistica, ristrutturato e tutelato dagli anni ‘80 grazie alla lotta di una donna, Barbara Capitman.

L’Art Deco di Miami’  con le sue  forme e i suoi colori che richiamano la natura, il sole  e il mare  e’ la libera e allegra interpretazione dello stile nato in Europa dopo l’Expo internazionale di Parigi del 1925,  dedicato alle arti decorative nate con la produzione industriale. Il linguaggio architettonico attraverso forme classiche, simmetriche con geometrie nette rappresentava il mondo opulento, aggressivo, frenetico industriale. Le automobili, gli aerei, i grattacieli, i transatlantici, i dirigibili, l’illuminazione elettrica sono i miti di quell’epoca.

South Beach dopo il boom degli anni 30 vivra’ periodi alterni di crisi e sviluppo edilizio dovuti allo scoppio della Seconda Guerra con l’occupazione degli alberghi da parte dell’esercito, all’invasione dei cubani in fuga dalla dittatura negli anni ‘50,  all’arrivo della droga dal Sud America, la marjuana prima e la cocaina poi e insieme a quest’ultima spacciatori, corruzione e delinquenza tanto da etichettare questa citta’ come una delle piu’ pericolose d’America. Se volete avere un’idea della Miami di quegli anni guardate  il film  Scarface con Al Pacino di cui alcune scene sono girate nell’hotel al 728 della Ocean Drive.

Sara’ negli anni ‘80 che Miami risorgera’. Verranno aperti i bar e ristoranti al piano terra degli alberghi cosi’ come li conosciamo oggi, allargati i marciapiedi per invitare la gente a tornare a camminare per le strade. Le grandi case di moda e il mondo del cinema sceglieranno Miami come sfondo e la sua fama iniziera’ a diffondersi in tutto il mondo, ricordiamo la serie televisiva Miami Vice o il divertente film Piume di Struzzo con Robin Williams. Versace comprera’ una villa, l’unica dimora residenziale sulla Ocean Drive al n. 1116 davanti alla quale verra’ ucciso. Oggi la Villa Casuarina meglio conosciuta come villa Versace e’ un ristorante con boutique hotel a 5 stelle con all’interno una piscina rivestita in oro.

Il secondo giorno by bike ho condotto il gruppo verso zone molto meno battute dal turista e che ti fanno intendere cosa significa quando parlo di citta’ matriosca.

Abbiamo percorso le strade della bohemien  Coconut Grove con tappa all’immensa marina che segna l’importanza per lo sviluppo della citta’ e visitato, solo dall’esterno, l’edificio destinato al primo aeroporto della PAN AMERICA oggi City Hall in perfetto stile Art Deco’.

Ci siamo poi recati al piccolissimo negozio che troverete all’interno del centro commerciale Coco Walk (3015 Grand Ave, Coconut Grove), dedicato a questa storica compagnia aerea, una vera chicca che non potete perdere! 

Da li ci siamo immersi nel tropicale verde che circonda  le bellissime abitazioni unifamiliari di Coral Gables  pedalando sotto il sole ma gratificandoci con un pranzo attorno all’olimpionica piscina costruita all’interno dell’elegantissimo hotel Biltmor che, con il sua torre, omaggia il campanile della cattedrale di Siviglia.

Immaginate uno scenario da sogno completo di splendidi affreschi dipinti a mano su soffitti a volta a botte, brillanti pavimenti in travertino, raffinate colonne di marmo, intricati vetri piombati, arredi in mogano intagliato, sontuosi giardini e l’immenso campo da golf a 18 buche ecco, questo e’ il Biltmor.

Negli anni ’30 e ’40 è stato uno dei resort più alla moda di tutto il paese nel suo periodo di massimo splendore, ospitando membri della famiglia sia europea che hollywoodiana. Il Duca e la Duchessa di Windsor, Ginger Rogers, Judy Garland e Bing Crosby erano ospiti frequenti. Infatti, chiunque fosse qualcuno, da politici come il presidente Franklin D. Roosevelt a noti gangster come Al Capone, doveva soggiornare al Biltmore, dove si godevano sfilate di moda, spettacoli acquatici nella grande piscina di 2100 metri quadrati, elaborati matrimoni e tornei di golf di livello mondiale. Fino a 3.000 ospiti erano invitati ad ammirare  nuotatori sincronizzati, bellezze al bagno,  lottatori di alligatori. Prima dei suoi giorni di oscillazione degli alberi a Hollywood, Johnny Weissmuller, meglio conosciuto come Tarzan, era un istruttore di nuoto di Biltmore e successivamente ha battuto i record mondiali nella piscina di Biltmore.

Incontrare edifici con sembianze antiche in una citta’ cosi’ giovane mi ha sempre disorientato perche’ assieme al Biltmor sono tanti gli edifici in giro per la citta’ che rievocano uno stile europeo antico al punto di dare a questa tendenza il nome di Mediterranean Revival.

Gli ideatori erano ricchi intellettuali viaggiatori che tornati dall’Europa investivano nella costruzioni di megalopoli progetti, come quello di Coral Gagle ovvero una citta’ ideale disegnata e costruita  omaggiando con meravigliosi edifici il vecchio continente.

Il terzo giorno by bike ci siamo dedicati ad una sana e spensierata pedalata senza troppe spiegazioni verso la spiaggia di Cape Florida Park , un parco statale sulla penisola di Key Biscane, con visita al faro che troneggia sulla punta della penisola che ha il merito di aver reso possibile la nascita di questa citta’.

Di fatto, questo bianco e appena ristrutturato faro che ti consente una bella vista panoramica, controllava tutto il commercio e la navigazione proveniente dal Sud America.

Qui potete trascorrere una bella giornata alla spiaggia e se amate gli animali a parte iguane e gli scoiattoli potete intrattenere amicizia con moltissimi procioni, quindi attenti ai panini , sono dei ghiottoni!!

Per le bibite fresche o per un semplice pranzo vi consiglio di refrigerarvi all’ombra della terrazza del  Lighhouse Cafe   www.lighthouserestaurants.com

Il quarto e ultimo giorno le due ruote ci hanno condotto tra gli edifici della Town, originario nucleo della citta’  che grazie all’opera di un’altra donna, Julia Tuttle di cui potete ammirare la statua al Bayfront Park e, per merito suo, all’arrivo della ferrovia, nel 1896 la municipalita’ di Miami venne costituita.

La Town e’ divisa dal quartiere finanziario Brikell dal fiume Miami che da’ il nome alla citta’.  A Brikell troverete grattacieli, centri commerciali, banche locali notturni, ristoranti on the roof  e tantissimi cantieri aperti dato che la citta’ ha il colossale obbiettivo di raggiungere la fama e grandiosita’ di Manattan e vi assicuro che poco ci manca.

Vi consiglio oltre che girare questi due quartieri in bici di provare l’emozione di usare il Metro Mover, un trenino elettrico gratuito, senza conducente che vi conduce letteralmente dentro la citta’. Per informazioni consultate il sito www.miamidade.gov

Si e’ proseguito verso il quartiere di Wynwood nato negli ultimi 5 anni e in forte espansione. Famoso nel mondo dell’arte, in particolare dell’arte d’avanguardia, Wynwood e’ un ex quartiere industriale dismesso, affidato alle gallerie e alle nuove scuole d’avanguardia che grazie all’arte di strada sta attirando l’interesse internazionale.

Con le bici potete percorrere le vie del quartiere ammirando i giganteschi murales, qui non mancano locali di tendenza dove potete trovare refrigerio e ristoro.

Il primo locale pionieristico, quando qui c’era solo desolazione e’ Panther  Caffee dove potete sedervi sia dentro che fuori per sorseggiare il loro caffe’ e non solo.  www.panthercoffee.com

L’ingresso alle gallerie e’ gratuito e potete trovare qui  https://wynwoodmiami.com  la mappa oltre al calendario eventi ma ogni mese ne aprono di nuove quindi ricordatevi prima di partire di aggiornare la vostra ricerca. Io vi consiglio sicuramente di visitare la Gary Nader Art Centre con le  enormi statue  di Botero www.garynader.com

E per concludere non potevamo non visitare il surreale quartiere di Art District  vicino a Wynwood. Surreale perche’ oggi e’ una cattedrale nel deserto ovvero in mezzo a quartieri desolati e dismessi improvvisamente giri  l’ angolo, esattamente tra la 31 ˆe la 36^ e ti trovi tra  le vetrine del lusso in edifici di architettura futuristica. Bal Harbour Shops è un centro commerciale all’avanguardia con esibizioni di arte pubblica stravagante, in un clima completamente Zen. Qui troverai marchi del calibro di Ermes , Christian Louboutin , Marni, Cartier , Céline , Louis Vuitton , Dior Homme e Prada,  Dolce Gabbana , Giorgio Armani , Gucci , Jimmy Choo  , Tiffany & Co. , Versace e altro ancora. E mentre vengono costruiti nuovi edifici al posto dei vecchi edifici industriali, altri marchi di moda di fascia alta si preparano a trasferirsi nel quartiere.

La trasformazione del Design District non è ancora terminata. In giro 100 nuovi negozi hanno in programma di aprire nei prossimi due anni. E prima che sia tutto finito, ci sarà un centro commerciale pedonale che correra’ da nord a sud, dalla 38a alla 42a strada con opere d’arte pubbliche, 300 alberi nativi della Florida piantati e illuminazione scenografica.

Ma tornando a casa , dopo una settimana cosi’ intensa mi viene da sorridere perche’ la cosa che racconto maggiormente a tutti non e’ il sole , non sono i grattacieli, non e’ la spiaggia o i murales o l’Art Deco’ ma e’ la foratura con perdita del cambio a 10km da casa subita da Alessandra, sotto il sole cocente dopo un’intera giornata a zonzo e stanchi morti e dell’immediato recupero da parte del venezuelano con il suo pik up… anche questa e’ vacanza! E se avete bisogno di una guida… chiamatemi!!

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