Esiste una nouvelle cuisine alla siciliana? C’è, eccome, ed è ottima.

Già da un po’ di tempo i miei amici milanesi Fabio e Luisa insistevano per farci venire a Noto nella loro proprietà in mezzo alla campagna, con vista su una coltivazione di pregiatissimi limoni di Siracusa, famosi in tutto l’orbe per la fioritura e la raccolta quattro volte all’anno. Il mio ultimo soggiorno a Noto e dintorni risale a una decina di anni fa, quando, per la rivista DOVE, avevo creato e pubblicato un itinerario in bicicletta in questa zona con l’aiuto di Giuseppe Montalto, detto Pippo (info@ciclofree.it), intraprendente ex muratore della zona riciclatosi in organizzatore di giri sulle due ruote, tanto da essere oggi un piccolo imprenditore di successo. Mi sembra giunto il momento di tornarci.

La casa colonica dei miei amici con le dependance, nate per ospitare figli e nipoti, si articola intorno a un grande cortile, dove alla sera ci si ritrova a godere il fresco. L’architetto siciliano, artefice della ristrutturazione, ha fatto centro: i materiali utilizzati per il restauro sono quelli tradizionali della zona. Perfetti per armonizzarsi con il paesaggio intorno, tanto da trasmettere una sensazione di charme ancestrale.

Noto. La Cattedrale.

Noto

E’ la nostra prima tappa, a una manciata di chilometri dalla proprietà di Fabio e Luisa. La città è bella, bellissima, come la ricordavo, con i palazzi barocchi impreziositi da balconi e statue, da scoprire salendo e scendendo per le antiche scale, le imponenti chiese color ocra, la piazza, la cattedrale, il Teatro Comunale, l’opera più interessante della Noto ottocentesca. La via principale, corso Vittorio Emanuele è sempre animata. Ci si ferma per un caffè, una granita o un cannolo al Caffè Sicilia, dove il proprietario, Corrado Assenza, ha la fama di essere uno dei migliori pasticceri d’Italia. Non mancano in piazza invenzioni “alla siciliana”, come gli spremi limoni self made di Giacomo, unici al mondo. Non posso non comprarne almeno un paio, dopo averne sperimentato in loco la funzionalità. Anche se, ammetto, ora giacciono inerti sulla mia scrivania.

Noto.

Gli spremi limoni di Giacomo.

 

Noto. Palazzo nel centro.

Per la sera Fabio ci riserva una sorpresa. Da buongustaio e curioso frequentatore di trattorie locali, ha scoperto un indirizzo, che tiene a farci conoscere: Casa Matta Ristorante e Pizzeria (via Tommaso Fazella 23, casamattainfo@gmail.com, tel.3289277913), gestito dall’avvocato Danilo Cannarella, ora pizzaiolo doc, e dall’ex bancario Alberto Bono.

Il locale, semplice e familiare, nasconde una sorpresa, da fare invidia a uno stellato parigino: lo chef, il trentenne Francesco Quartarone, un mago nell’ interpretare la cucina siciliana con la sua spiccata personalità. Imbattibili il caviale di tartufo estivo ai capperi cucunci, così come la tartare di manzo con riduzione al nero d’Avola, o il riso acquarello, mantecato al ragusano dop, e, ancora, lo spaghetto gentile ai ricci di mare appena pescati. Quanto ai dessert, ecco arrivare il cannolo tradizionale ingentilito dal gramble di cioccolato e il magnifico budino bianco alle mandorle. Insomma, qui, alla Casa Matta, l’innovazione esalta la tradizione. Cosa c’è di più eccitante per un buongustaio?

Noto. Francesco Quartarone. Risotorante Casa Matta.

 

 

Vendicari

Un ritorno di fiamma! L’oasi, riserva naturale dal 1984, si estende per 8 km lungo il tratto di costa tra Elloro e San Lorenzo. E’ una zona di “pantani”, con vegetazione mediterranea e boschi di ginepro, dove sostano ogni anno migliaia di uccelli migratori. All’ingresso dell’oasi, un sentiero porta ai ruderi della secentesca tonnara di Bafatu e della Torre Sveva, dove ci si può sdraiare al sole e tuffarsi in mare. Il luogo è incantevole. A piedi, diversi itinerari portano a spiagge ancora selvagge, come Marianelli, regno dei nudisti, e a Calamosche, con i due promontori rocciosi, che la riparano dalle correnti. Pique nique o trattoria? Fabio suggerisce di salire in auto per raggiungere in pochi minuti il Baglietto, proprio lungo la strada per tornare a casa. Si pranza sotto gli alberi, gustando un piatto unico a base di verdure alla griglia, formaggio locale e pesce fresco. Ottimo.

Oasi di Vendicari – Spiaggia Calamosche.

Oasi di Vendicari.

Oasi di Vendicari.

Portopalo di Capo Passero

Mi piace questo paesino sulla punta, a sud di Vendicari. Semplice, le case squadrate, senza pretese, un promettente porto di pesca. Proprio di fronte, l’isola di Capo Passero, su cui svettano un faro e una torre secentesca, l’isoletta delle Correnti e la cala di punta delle Formiche, luoghi fantastici per i bagni.

Spiaggia Portopalo di Capo Passero.

Portopalo di Capopassero.

Valori architettonici a parte, Portopalo ha un’eccellenza: il Ristorante Scala (info@grupposcala.it, tel. 0931 842701, www.grupposcala.it), gestito da Corrado con i figli Gabriele e Andrea. Un’impresa familiare, quindi, che crea un’atmosfera simpatica e allegra.

Sbircio sui tavoli vicini prima di leggere il menu. Vedo girare un vassoio di pesce crudo, mi sembra freschissimo e invitante. Non sbaglio. Eccolo arrivare trionfante in tavola: tra gli altri pesci, canocchie quasi vive e i rarissimi e saporiti gamberi rossi di Portopalo, pescati a 14 miglia da Capo Passero, seguendo una corrente particolare. Che dire poi della triglia in tempura su una base di passato di fave? E del pane e panelle con maionese di tartufo e salsa al finocchietto? Come primo scelgo lo spaghetto aglio-olio con un battuto di gambero rosso e riccio. Ottimi, come immaginavo, semplici, sani e genuini. Non vorrei mangiare anche il secondo, ma cedo facilmente alle lusinghe del cubo di tonno con marmellata di peperoni e cipolla in agrodolce. Bravo Corrado: dieci con lode! Anche per il vino: il Pinot grigio di Planeta.

Ristorante La Scala – Portopalo.

Marzamemi

E’ uno dei miei più bei ricordi del viaggio in bici di qualche secolo fa. Allora me ne ero innamorata. Il borghetto marinaro con le case in arenaria dei pescatori è raccolto intorno alla Balata, la grande piazza, su cui i bambini scorazzano in bicicletta e giocano a pallone. Un tempo tutta l’attività del borgo girava intorno alla tonnara e alla lavorazione del pesce. Oggi, il turismo ha preso possesso di questo piccolo, incantevole borgo. Dove, comunque sia, è sempre piacevole venire a cenare alla Cialoma, una volta l’unico ristorante del luogo, per gustare il pesce in guazzetto.

Con Corrado, proprietario del Ristorante La Scala.

2 Responses to In Sicilia, qualche consiglio goloso a Noto e dintorni
  1. Ho visitato questi luoghi ormai tre anni fa e l’articolo di Silvana mi ha fatto venire nostalgia per le prelibatezze siciliane, per le bellezze di Noto, di Marzamemi, e per le bellezze naturali della riserva di Vendicari. E come dimenticare Capo Passero che era il must delle previsioni del tempo del colonnello Bernacca!
    Brava Silvana come sempre

  2. Brava Silvana, come sempre.
    Avevamo fatto lo stesso giro almeno 15 anni fa con i Bencini. Che nostalgia………

    Mariagrazia


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