Non è da molto che esiste una scienza chiamata ecopsicologia che affronta, in termini globali, la presenza sulla terra dell’Homo Sapiens e la relazione che questi ha con il mondo che lo circonda.
Ce lo spiega bene Marcella Danon (il primo intervento della giornata di apertura di Verdisegni dell’Ottobre 2013), filosofa, geografa e psicologa, ci dice in buona sostanza che il termine ecopsicologia venne coniato negli anni ’70 in America dove l’ambiente e l’uomo subivano una lacerazione ancora maggiore che da noi, proprio per l’industrialesimo avanzato.

In questi anni si è privilegiato il Logos al posto dell’Eros, cioè ci siamo distaccati dal nostro io più profondo e solo la natura può resistuirci quella parte emozionale, di fratellanza, di ricongiungimento tra psiche e corpo. Per questo anche solo stare in un giardino o in un parco aiuta a connetterci con il nostro mondo interiore.

L’osservazione dei fenomeni della natura come la contemplazione di un albero, il suo riconoscimento, la presenza dei fiori apportatori di bellezza e di colore, la presenza di piccoli animali, ci svuotano la mente e ci permettono di aderire alla parte più psicologica della nostra natura. Nel silenzio che esplora se stesso vengono idee geniali che nel frastuono della città è ben difficile catturare.

L’inventore della Teoria di Gaia, James Lovelock, scienziato inglese che spiega la terra come una creatura vivente dove le foreste sono i polmoni, i corsi d’acqua il sistema sanguigno, le paludi il drenaggio, come potrebbe essere il fegato, dice che l’uomo ne è il sistema nervoso.Quindi si passa dal concetto si Sapiens come padrone o vittima della natura a parte integrante come il sistema nervoso lo è del nostro fisico. Così non si demonizza la tecnologia, ma più tecnologia abbiamo più contatto con la natura dobbiamo avere.
David Goleman, psicologo, all’inizio degli anni ’90 dice: “Dobbiamo sviluppare in questo momento importante una competenza come l’ecologia e risvegliare negli individui la consapevolezza del proprio potere personale e la capacità di azione nelle piccole e grandi cose.”

La ecopsicologia porta a contrastare il senso di impotenza che ci rende tutti manipolabili cercando di capire che, per quanto siamo piccoli, possiamo tutti contribuire. Ha un senso l’aneddoto della fontana d’acqua potabile e gasata a disposizione di tutti, a un metro dalla fontana c’è un albero con delle piante che pativano la sete, nessuno si era reso conto che era possibile, con un semplice gesto, dare l’acqua alle piante.

E’ proprio il senso di quanto abbiamo perso a non fare attenzione, ma invece provare empatia in quanto siamo tutt’uno e quanto un nostro intervento può salvare la vita ad una pianta, un animale, una tribù. Piantare un giardino è già un primo passo.
“Se vuoi essere felice un’ora bevi una bottiglia di vino, se vuoi essere felice un giorno uccidi il tuo maiale, se vuoi essere felice un anno sposati, se vuoi essere felice tutta la vita fai un giardino.”

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