Novara è cambiata. In meglio, intendo. Non per niente Cannavacciuolo è venuto qui perché…
Chi mai, fino a un paio di anni fa, avrebbe pensato di trascorrere una giornata intera a Novara, cittadina del Piemonte con 100 mila abitanti e tante risaie intorno, dove si riflettono cielo e nuvole? Immagini romantiche, colte dai pittori di fine Ottocento, come Morbelli e Pugliese Levi, ma non sufficienti per attirare visitatori.

Oggi ci sono almeno quattro buoni motivi per venire a Novara.

A spingermi a Novara è una mostra dal titolo allettante Il Mito di Venezia da Hayez alla Biennale, ideata per celebrare i 1600 anni della città di Venezia. Il pool organizzattivo di tutto rispetto, da Elisabetta Chiodini a Fernando Mazzocca, è già una garanzia. Non conosco il Mets-percorsi d’arte….lo scoprirò sul luogo.

Ciardi- Il canale della Giudecca

Ettore Tito-La fa la modela

Cosi in una domenica d’autunno approdo a Novara. Ad annunciare la città si erge la cupola della Basilica di San Gaudenzio. Assomiglia alla Mole Antonelliana.

Novara e la Cupola di San Gaudenzio

Novara – A passeggio in centro

San Gaudenzio- La Cupola

Novara. I portici

Senza problemi parcheggio lungo il viale, che termina in piazza dei Martiri. Caffè allettanti invitano a una sosta per assaggiare i biscotti pavesini, inventati da queste parti.

Su piazza dei Martiri si affaccia il Castello Visconteo Sforzesco in mattoni rossi, simbolo del passato della città. Il maniero, sorto nel 1272, sulle antiche rovine romane, ristrutturato da Gian Galeazzo Sforza nel 1469 e poi da Ludovico il Moro, come castello da difesa, viene riciclato in  carcere nel periodo Napoleonico, ruolo che gli toccherà fino al 1973. La data segna una svolta. Dopo varie avventure, il mitico maniero viene finalmente riportato all’antico splendore e aperto al pubblico nel 2016, come sede museale.

Il Castello di Novara

Il cortile del Broletto

 

Novara- Il Broletto

Il risultato è vincente.

Solcare l’imponente porta d’ingresso per entrare nel grande cortile, mette di buon umore. Le sale che una volta ospitavano le carceri, oggi “divengono luogo di evasione per un viaggio immaginario tra le calli veneziane, i suoi ponti, la  sua gente….”

L’idea e l’organizzazione della mostra, in accordo con la Fondazione Castello e il  Comune di Novara, è opera dell’associazione privata Mets Percorsi d’arte, creata da un manipolo di  professionisti appassionati di arte, con lo scopo di valorizzare pittori e scultori  a cavallo tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Un periodo magico per la pittura italiana, oggi trascurato.

Il Fornaio

“Oggi, “sottolinea il presidente, l’avvocato novarese Paolo Tacchini,”le opere di quel periodo sono nelle collezioni private, mentre quelle custodite nei musei vengono spesso trasferite nei depositi per lasciare spazio all’arte moderna e contemporanea”.

La mostra in corso fino al 13 marzo 2022, porta in scena pittori e scultori attivi a Venezia nell’Ottocento. Sono grandi maestri, come Guglielmo Ciardi, Giacomo Favretto, Luigi Nono, Ettore Tito, per citarne qualcuno.

Ognuno di loro, ci racconta a modo suo, con poesia e allegria, la vita di tutti i giorni. Le opere esposte incantano con la luce trasparente del cielo, le infinite sfumature di verde della laguna, gli attimi fuggenti colti dall’artista.

Ciardi-Laguna Veneta

Tra i miei preferiti, Guglielmo Ciardi. Bellissima la tela “Laguna Veneta”, immobile, una linea di terra bruna, le barche sospese sul filo dell’acqua, le figure quasi ritagliate. Valida ancora oggi,la veduta di Sant’Erasmo, l’isola degli orti e dei vigneti, ben diversa dallo splendore blu e color ocra del Canal Grande.

Che dire della “Famiglia del pescatore” di Ettore Tito, piena di grazia e suggestioni, o della vitalità sprizzante delle “Zattere” di Pietro Fragiacomo? Da non perdere Giacomo Favretto, Angelo Dal’Oca Bianca, Luigi Nono, Alessandro Milesi.

Si esce dalla mostra sognanti, curiosi di vedere come è Novara, la città dei pavesini e della paniscia, un piatto piuttosto forte, “costeau”, come direbbero i francesi, a base di risotto, verza e fagioli.

In piazza dei Martiri si apre il bistrot del celebre chef Cannavacciuolo, che dal vicino lago d’Orta si è allungato fino a qui ,dove, evidentemente, ha ritenuto di poter accogliere la clientela giusta.

Novara- Bistrot Cannavacciuolo

Caffè e brioche da Cannavacciuolo

Il cuor della vita locale è via Rosselli, con i portici ottocenteschi, un bel teatro che non mi aspettavo, una libreria in grande attività, negozi e qualche sorpresa. A destra il Duomo e, quasi di fronte, si apre il Broletto. Un bel caffè invita a una sosta. Il luogo è eclettico e piacevole. Il Broletto, da brolo, luogo all’aperto dove si amministrava la giustizia, è un complesso architettonico risalente al XIII secolo con quattro edifici storici di epoche e stili diversi e l’interessante galleria d’arte Giannoni, appena rimpolpata con una sessantina di opere importanti di artisti della seconda metà dell’Ottocento, come Segantini e Nomellini

Grande sorpresa! Il viaggio nella Cupola.

Da pochissimo tempo è aperta alle visite la cupola ottocentesca della basilica di San Gaudenzio, patrono di Novara, grazie a KALATA’, impresa culturale, nata a Mondovi, che opera in tutto il territorio italiano.

Novara. Salita alla guglia.

 

Interno della Cupola

Kalatà promette un’esperienza emozionante, meravigliosa, dove adulti e ragazzi si trovano immersi in un’atmosfera unica, accompagnati da guide “pop”, capaci di far vivere la storia senza annoiare. A San Gaudenzio, attraverso camminamenti finora esclusi dai circuiti tradizionali, si sale per 100m. all’interno della cupola affrescata, genialmente progettata da Alessandro Antonelli, lo stesso della mole torinese, fino ad arrivare alla guglia. Da qui ci si affaccia tra le colonne per godersi il panorama. La visita dura due ore, costo 15 euro. Prenotazione obbligatoria.Per info:  www.kalata.it, booking@kalata.it. tel.0174330976

Dove fermarsi per una sosta golosa

Vi propongo due trattorie con menu diversi, entrambe in centro. La prima è Civico 27, a pochi passi dal tribunale, specializzata in carne piemontese, in particolare fassone femmine. Eccellente, dal carpaccio al ganassino, sempre presente nel menu. La seconda Paca, sotto la cupola, è nota per tanti tipi di pasta fatta rigorosamente in casa, con sughi altrettanto gustosi.

Ristorante Paca. Foto Gisella Motta

 Un ultimo motivo per venire da queste parti

Le  riserie dei dintorni in cui comprare riso biologico e artigianale. Tra queste la riseria Testa a San Pietro a Mosezzo con la possibilità di visitare l’antica cascina Grampa e assaggiare la paniscia. www.risotesta.it

Per info: www.metsarte.com, info@turismonovara.it

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