La passeggiata al Rifugio Segantini Val D’Amola, oltre che un piacevole appuntamento del periodo estivo, è diventata ormai una tradizione. Ogni volta è un piccolo grande viaggio fatto di immagini, sensazioni e atmosfere sempre nuove. Quest’anno mi ha stupito con un evento inconsueto.

Il Rifugio Segantini si trova a 2373 mt in alta Val d’Amola, nel Gruppo della Presanella, a un’ora di cammino dalla Località Malga Vallina d’Amola (2020 mt) raggiungibile in macchina percorrendo la strada per la Val Nambrone che si imbocca tra Pinzolo e Madonna di Campiglio. E’ raggiungibile anche dal Rifugio Cornisello (2120 mt) da dove la salita al rifugio è leggermente più lunga ma più dolce.

Nel 1900 prende il nome dal famoso pittore trentino Giovanni Segantini, tra i massimi esponenti del divisionismo, deceduto l’anno prima in Engadina all’età di 41 anni mentre dipingeva la sua opera più famosa “Il Trittico”, testamento spirituale di un uomo nato in una valle alpina, vissuto tra le cime e morto sui monti.

Il Rifugio, gestito dalla guida alpina Egidio Bonapace conoscitore e custode dei segreti di queste montagne, giace incastonato ai piedi di Cima della Presanella e fa capolino, quasi divertito di vederci, in cima al pendio che si raggiunge al termine della salita di scalini (ben mantenuti) che parte da Malga Vallina.

In prossimità del Rifugio trovo un cartello. Mi appare davanti all’improvviso, come fosse spuntato dal nulla, sorretto da un asse di legno di larice piantata nel terreno roccioso. Mi rendo subito conto che non si tratta di una cartina del territorio, né di segnaletica di montagna o di avvisi per gli escursionisti in transito al Rifugio. E’ un cartello diverso. Insolito per questi luoghi perché è un invito a partecipare al progetto artistico allestito tutto intorno al Rifugio.

Leggo con interesse.  “Cropped Mountain Project. Cesare Martinato presenta: venti ritratti di montagna in montagna.”

Entusiasta per l’opportunità di vivere la visita al Rifugio Segantini con una prospettiva nuova, proseguo nella lettura.

“Nella fotografia di montagna lo sguardo vaga e corre fino a che non giunga orizzonte. Attraversa suggestioni lasciate nell’aria da nuvole che giocano con la luce, cieli cattivi che incutono terrore, ombre che si insinuano dentro valli profonde o fessure lungo una torre di dolomia.

Compito e piacere del fotografo di montagna è quello di raccogliere e fare sue queste rappresentazioni, riproponendole dentro uno scatto secondo il proprio vedere, gusto, animo, tecnica, cosicchè altri possano goderne, ove lo vogliano.

Cesare Martinato, ottimo e appassionato fotografo milanese in bianco e nero, che alla montagna ha dedicato molto del suo essere fotografo, con il progetto “Cropped Mountain| Ritratti di montagne” ha voluto andare oltre questa classica visione del paesaggio montano.

In una sorta di anatomia fotografica che non lascia spazio a incertezze interpretative, seziona e indaga venti montagne attraverso uno sguardo diretto, deciso, aperto che arriva al cuore di ogni cima rappresentata. “Cropped Mountain| Ritratti di montagne” invita l’osservatore a guardare direttamente negli occhi alcune tra le più iconiche montagne delle nostre Alpi e non solo (Dolomiti di Sesto, Dolomiti Ampezzane, Gruppo del Bernina).

Uno sguardo che non rappresenti sfida ma rispetto pur senza timore alcuno. Un valido e sentito omaggio all’”orrido che atterrisce ma allo stesso tempo attrae” di quel sentiero Romantico che tanto ha ispirato artisti in letteratura, filosofia e pittura. Un progetto fotografico originale al quale vale la pena e l’obbligo di plaudire. Per averlo pensato, realizzato, condiviso, in un magico bianco e nero. “ALBERTO BREGANI| fotografo di montagna, scrittore.

Penso… “mi piace” … e mi incammino, stuzzicata dalla curiosità, verso il Rifugio, o meglio, verso la location della mostra. Mentre percorro l’ultimo tratto del percorso, mi interrogo sulla dimensione dei ritratti, sulle possibili soluzioni adottate per la loro esposizione (li avrei trovati allineati su un pannello? all’interno o all’esterno del Rifugio?) e sul loro impatto con l’ambiente circostante.

Ma eccoli là.

I 20 ritratti di montagna in montagna di Cesare Martinato si trovano nell’area intorno al Rifugio. All’esterno. Con discrezione, spuntano dal terreno roccioso sorretti da assi di legno. Visti da lontano, sembrano salutare, rivolti come sono in direzione della valle da dove salgono i visitatori. Non sono allineati. La loro posizione dipende dalla conformazione del terreno alla quale, peraltro, si adattano perfettamente, avvolgendo il Rifugio con affettuosa complicità. Il colpo d’occhio è un movimento armonico, ritmato con l’ambiente circostante.  Mi piace.

 

Sono in bianco e nero e ritraggono le montagne delle Alpi. Anche per il loro “colore-non colore”, ben si sposano con la natura circostante, un paesaggio roccioso e verdeggiante di mirabile bellezza ai piedi di Cima della Presanella, di fronte al Gruppo di Brenta e in testa alla Val D’Amola.

Osservo uno dei ritratti. In primo piano la fotografia ci restituisce “una montagna che è ciò che è, senza sovrastrutture di significati. Una montagna silente, mai minacciosa. Un gigante buono che “sta” e che a volte sussulta concedendosi il vezzo di una rada nebbia o di una complice luce”sullo sfondo, ad amplificare l’emozione dello scatto, la montagna vera, viva, assoluta, eterna. Mi piace.

Un’esposizione intimamente autentica e integrata. Montagne in montagna, tra le montagne, con le montagne. Ritratti fotografici che vivono della stessa aria, luce e ombre del paesaggio montano circostante che fa loro da perfetta cornice sotto lo sguardo vigile e incontrastato del Rifugio Segantini che, come le stesse montagne, è sempre là.

La passeggiata al Rifugio Segantini vale sempre. Così come vale l’esperienza di tramonti, notti stellate e albe vissuta proprio dal Rifugio. Qui infatti è possibile pernottare (posti bivacco invernale 8; posti letto 48) e partire per escursioni di ogni difficoltà, rivolte sia alle famiglie, con i numerosi laghetti della zona, sia agli alpinisti esperti diretti sulla Presanella.

Buona montagna a tutti!

2 Responses to Un Rifugio per 20 montagne
  1. La val d’amola è bellissima, consiglio vivamente a tutti di visitarla!
    Brava Elena!?


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