Il 2019 è un anno speciale per Innsbruck, capitale del Tirolo. La città austriaca ricorda Massimiliano I d’Asburgo, in occasione dei 500 anni dalla sua morte. È il momento giusto per venire a Innsbruck e vederla con gli occhi di Massimiliano I, l’imperatore innamorato della città, al punto di trasferire qui, nel 1493, la corte e gli uffici amministrativi. Durante tutto l’anno, in suo onore, si susseguono manifestazioni presenti sul sito www.innsbruck.info

Abbazia di Stams. Celebre per l’incontro tra Massimiliano I e il sultano turco Bajezid II

Il centro di Innsbruck

Certo le dolci montagne intorno, il fiume Inn, il centro tardo medievale e le spettacolari stazioni della funicolare di Zaha Hadid da soli valgono il viaggio, ma arrivarci oggi significa scoprire un personaggio straordinario come l’imperatore Massimiliano, grande guerriero e mecenate, riformatore della politica e dell’amministrazione dell’impero. Un genio nel tessere alleanze matrimoniali, grazie alle quali fonda le basi dell’impero universale degli Asburgo. Carlo V, quello che diceva “Sul mio impero non tramonta mai il sole”, vi dice qualcosa? Ebbene, era suo nipote….

Massimiliano è per me una rivelazione. Per anni, Innsbruck è stata una sosta piacevole mentre ero diretta a Budapest, a Berlino o a Kitzbuhel, detta Kitz. Mi piaceva alloggiare in pieno centro, al Goldener Adler, e cenare sui secolari tavoloni in legno, gustando il carré di maiale affumicato, annaffiato con la birra. Mi godevo una passeggiata nelle stradine del centro medievale, osservando le insegne, e un caffè alla viennese da “Sacher”. Obbligavo mio marito a schiacciare il pedale dell’auto al massimo per arrivare in città, prima della chiusura dei negozi. Di quei tempi conservo ancora una giacca in lino color panna bordata di rosso e verde e una camicia bianca che in vent’anni non ha perso un bottone! A darmi il benvenuto in città, spuntava da lontano il mitico Tettuccio d’oro, con le sue tegole in rame dorato. Per me era il simbolo della Capitale delle Alpi. Ma nulla più.

Il Tettuccio d’Oro racconta una storia affascinante.

Il Tettuccio d’Oro

A realizzarlo nel 1500 fu Massimiliano, in occasione del matrimonio con la seconda moglie, la milanese Bianca Maria Sforza, figlia di Ludovico il Moro. Le nozze erano state celebrate per procura nella città meneghina, con una festa grandiosa, organizzata da Leonardo da Vinci.

Massimiliano I con la moglie Bianca Maria Sforza

Per l’imperatore si trattava di un matrimonio d’interesse, basato sulla potente dote di Bianca Sforza. Nessuna donna avrebbe potuto fargli dimenticare la prima moglie, Maria, duchessa di Borgogna, sposata nel 1477, morta improvvisamente nel 1482 per una caduta da cavallo. Da lei avrà gli unici due figli, Filippo il Bello marito di Giovanna d’Aragona, passata alla storia come Giovanna la pazza, che gli porta in dote le Fiandre, e Margherita, una delle donne più illuminate del Cinquecento, futura governatrice dei Paesi Bassi (la storia nei particolari su it.m.wikipedia.org). In terra francese, Massimiliano s’ingentilisce nei costumi, scopre l’arte e l’Umanesimo, su cui fonderà il suo impero dal 1493 al 1519. Proprio qui, nel Museo del Tettuccio d’Oro, la mostra “Vivere nel periodo di Massimiliano. Cosa rimane?” espone, tra l’altro, il bassorilievo originale del Tettuccio d’Oro con la storia dell’imperatore e le sue passioni, come i giullari di corte, a suggerire l’immagine di un uomo amante delle feste e della gioia di vivere. Ma, soprattutto, scopro un uomo aperto alle novità, entusiasta di Guttemberg e della stampa, veicolo di idee e di cultura.

 

La domanda viene spontanea: perché mai un imperatore del suo calibro preferisce vivere a Innsbruck, in mezzo alle montagne, piuttosto che a Vienna? Per un appassionato di caccia e di montagna, quale era Massimiliano, Innsbruck era l’ideale per vivere. Ma ad attirarlo qui c’era ben altro. “Il Tirolo”, amava dire l’imperatore, “è come il mantello di un contadino, metti sotto le mani e hai sempre caldo”. Al Tirolo appartenevano la vicina Hall, ricca di miniere di sale, e Schwatz, seconda città dopo Vienna, ambita per le miniere d’argento. Così, quando Massimiliano diventa principe del Tirolo, grazie all’ eredità del cugino Sigismondo il Danaroso, e imperatore nel 1493, sceglie Innsbruck come “capitale segreta”, fiorente e in una favorevole posizione geografica. In città mette a frutto la passione per l’arte appresa alla corte di Borgogna, chiamando artisti eccelsi come Albrecht Durer, a cui si deve il bellissimo ritratto dell’imperatore del 1519.

Lungo il fiume Inn

Al di là del fiume Inn le antiche case degli artigiani

L’opera che più mi ha colpito è il progetto del suo monumento funebre nella chiesa di corte Hofkirche. Nella sala, 28 grandi figure in bronzo nero formano il corteo funebre intorno al cenotafio, peraltro vuoto, del protagonista. Donne, uomini, principi e principesse, sono rappresentati in ogni particolare. Il senso del tutto è la volontà dell’imperatore di documentare la supremazia del proprio casato in Europa. Sotto gli occhi del visitatore scorre tutta la storia di Massimiliano: dai matrimoni, ai figli, ai personaggi, come re Artù, alle battaglie, tutto desta curiosità. Usciti dall’Hofkirche, ci aspetta l’Hofburg, la residenza imperiale, degna di una visita, ristrutturata con grande pompa da Maria Teresa d’Austria nel Settecento.

 

Il Cenotafio di Massimiliano nella HorKirche

In bronzo nero la statua di Re Artù nella Hofkirche

Giovanna la pazza e il padre Ferdinando d’Aragona nella Hofkirche

Nel centro di Innsbruck

A passeggio sotto i portici della città vecchia

In quota con Zaha Hadid

L’Alpen Lounge all’arrivo della funivia

Il modernissimo hotel Penz in centro

Il Palazzo Imperiale di Innsbruck

Un grande cacciatore non poteva non avere un castello di caccia prediletto. Tra questi, il Castello di Ambras, a una manciata di km da Innsbruck, è un luogo da non perdere. Per la mostra in onore di Massimiliano e per la Camera delle Meraviglie, ma anche per il grande parco, con laghetti, sentieri nel bosco, e un bistrot speciale, dove il piatto unico proposto è a base di salumi, prosciutti locali, formaggi e altre specialità, da gustare dopo una lunga passeggiata sportiva, in sintonia con l’imperatore montanaro.

La mia mitica camicia tirolese di qualche decennio fa

 

6 Responses to Innsbruck e Massimiliano I d’Asburgo
  1. Un tuffo nella storia che io amo molto una lettura affascinante e stimolante da non perdere. Grazie

  2. Articolo interessantissimo. Come al solito Sil vana sai centrare gli argometti e li rendi affascinanti ……Isabella

  3. Grazie Silvana. Molto interessante. Volevo proprio andare a Innsbruck

  4. Buon viaggio allora sarai felicissima


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